Anche se molto personale dedico questo spazio a colui che si può definire il miglior amico avuto negli ultimi 32 anni: Marco. Ci ha lasciati ieri sera con la sua solita fragorosa risata … un infarto. Per me è stato molto più che un amico, forse non avrei mai fatto tutto ciò che ho con gli anni ho piano piano costruito; mi mancherà quella guida vera, disinteressata e anche severa che è stata. Guida nella vita, nel pensiero e nel saper vivere con gli altri. Inserisco qui di seguito uno scritto di Raffaele Sbardella che lo descrive con realtà e con gioia, lo ricorderò sempre ed in particolare nelle sue risate in grado di deridere qualsiasi forma di potere.
Persona finissima, di gran spirito e classe (sempre figlio di un generale è!), autentico intellettuale, con qualità umane eccezionali, empatie profonde, furbizie scacchistiche da gran russo; gran parlatore del personale, politico “fracico†o, se volete, perverso; comunista e sognatore, svergognato e moralista, sboccato e fanciullino, angelo goffo e maiale elegante: insomma, fondamentalmente, un “rompiballeâ€, ma, anche, gran mestatore e trascina folle, rivoluzionario per amore e per necessità (infatti, che la rivoluzione non ci sia stata per lui, in fondo, non è un dramma); utopista e più realista del re: meschino come pochi altri…, ma, lui lo sa, è il suo esercizio preferito: mette alla prova la sua libertà e si trascende, con perfetta coscienza dei suoi limiti, verso orizzonti universali di cui il povero mortale non sospetta neanche l’esistenza.
Al massimo del suo egoismo quando, magnifico, ti rovescia sul collo tutto il fiotto della sua immensa generosità ; e, al massimo della generosità , quando il ghigno del suo egoismo esplode in una prolungata e agghiacciante risata.
Un compagno di nome Marco Melotti, forse il migliore che abbia mai incontrato… zoppo per puro caso, ha fatto della sua “zoppaggine†il modo più elegante di attraversare il mondo che io abbia mai conosciuto, per quanto è la pura ed autentica incarnazione della dialettica (risata finale!).